Con l’avvicinarsi della festa di Santa Cecilia, patrona della musica e celebrata il 22 novembre, torna alla ribalta una delle tradizioni culinarie più amate del Sud Italia: le pettole di Santa Cecilia. Queste frittelle, tipiche della cucina pugliese, sono protagoniste dei banchetti e delle tavole invernali, apprezzate non solo per il loro sapore ma anche per il valore culturale che rappresentano. Negli ultimi anni, la ricerca di alternative più salutari ha portato alla sperimentazione di varianti light che mantengono la bontà dell’originale senza l’eccesso di olio tipico della frittura.
Le pettole sono piccoli bocconcini di pasta lievitata, preparati con farina, acqua, lievito di birra e un pizzico di sale, poi fritti in olio bollente fino a ottenere una doratura perfetta. La loro origine risale a tempi antichi, quando queste frittelle venivano preparate nelle case come simbolo di festa e abbondanza in occasione della ricorrenza di Santa Cecilia.
La preparazione richiede attenzione particolare alla lievitazione: l’impasto deve raddoppiare di volume per assicurare una consistenza soffice e leggera. Una volta fritti, le pettole possono essere gustate semplici, cosparse di zucchero o accompagnate da ingredienti salati come alici o pomodorini, secondo le tradizioni locali.
Varianti light per una versione più leggera
Per chi desidera evitare la frittura, soprattutto in un periodo in cui la dieta equilibrata è una priorità, sono emerse due versioni alternative delle pettole di Santa Cecilia. La prima prevede la cottura in forno: l’impasto viene disposto su una teglia rivestita di carta forno e cotto a temperatura elevata fino a doratura. Questo metodo riduce drasticamente l’apporto calorico senza sacrificare la sofficità tipica del prodotto.
La seconda variante utilizza una padella antiaderente con un filo d’olio, quasi come una sorta di “frittura leggera”. In questo modo le pettole mantengono una croccantezza esterna ma con un contenuto di grassi molto inferiore rispetto alla frittura tradizionale. Entrambe le versioni sono particolarmente apprezzate da chi segue regimi alimentari controllati o desidera una merenda gustosa e meno calorica.
Le pettole di Santa Cecilia non sono solo un piatto, ma un vero e proprio elemento identitario della cucina pugliese, che unisce il piacere del gusto alla memoria storica e sociale. Oggi, oltre a essere presenti nelle case, sono protagoniste di eventi enogastronomici e festival dedicati alle tradizioni regionali, confermando il loro ruolo centrale nella cultura popolare.
In un’epoca in cui la riscoperta delle ricette tradizionali si accompagna a un’attenzione crescente verso la salute, queste frittelle rappresentano un perfetto equilibrio tra passato e presente, tra sapore e benessere. Le varianti light, inoltre, permettono di avvicinare un pubblico più ampio, senza rinunciare al piacere di un prodotto autentico e genuino.
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